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Adunanza digitale: the day after. novembre 5, 2006

Posted by gianlucacelentano in A voce alta, Libertà digitali, Privacy.
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Adunanza di linuxiani
Ieri ho partecipato all’incontro “Adunanza digitale“, un evento a carattere nazionale, organizzato e promosso dall’Hacklab di Caserta, finalizzato a promuovere l’uso cosciente di internet , la difesa della privacy, l’implementazione gratuita del VOIP, la spiegazione dei meccanismi dietro al TCG, ed in particolare volto a diffondere e promuovere il software libero e le tematiche ad esso correlate.

I lavori si sono articolati in una giornata densa di incontri e dibattiti, ripresi dalla RAI e trasmessi anche in streaming on line, che hanno evidenziato una società arretrata sul piano della cultura digitale, anche e soprattutto per “l’ignoranza” informatica dei politici locali e nazionali (di qualunque schieramento).

Quasi a confermare questa tesi, l’Assessore alla Ricerca Scientifica e Informatica, che ha aperto i lavori, ha ammesso di capirne poco di informatica (sigh!).

Ora si potrebbe obiettare che un pubblico amministratore deve essere innanzitutto un manger, non necessariamente competente nel settore gestito, perchè coadiuvato dai tecnici, il che in parte è vero.

Tuttavia esistono alcune aree particolari, come la Sanità e la Ricerca Scientifica e Informatica, dove senza una solida preparazione culturale, che renda competenti nei settori da Amministrare, diviene pressocchè impossibile coordinarli con buoni risultati.

Del resto, a conferma della mia tesi, resta la sconfortante assenza di cultura digitale nel nostro paese.

Ad esempio la gran parte delle pubbliche amministrazioni continua ad adoperare programmi proprietari a pagamento (MS Windows (c), MS Word (c), MS Excel (c), MS Access (c), ecc.), pur in presenza di loro equipollenti gratuiti (Linux, Open Office, ecc.) che, come stimato da uno dei relatori del convegno, porterebbero ad un risparmio per le casse dello stato pari a 1 Milardo di Euro (circa 2.000 miliardi di lire).

Insomma il Governo potrebbe disporre di un imponente capitale che potrebbe portare ad un contenimento delle tasse, invece dell’aumento operato in questi giorni.

Adesso invece, come se non bastasse, tutto questo flusso di danaro finisce per entrare principalmente nelle casse di un’unica azienda americana, con il vantaggio di arricchire un’economia concorrente.

Insomma nella giornata di Adunanza digitale, , con intento divulgativo, si sono toccate tematiche importanti, pur senza esaurirle.

Tutto bene dunque?

In parte. Se mi è consentito muovere una critica agli organizzatori (ai quali va comunque il plauso per l’iniziativa), vorrei dire che per avere ancor maggiore presa tra la gente comune, dovrebbero abbandonare alcune ideologie, che (a mio avviso) limitano la “potenza” del messaggio.

Mi spiego meglio. Gli “evangelisti” del FLOSS (software libero e open source) predicano una filosofia del lavoro cooperativa piuttosto che competitiva. E questo è sicuramente affascinante ed interessante: lavorare insieme per il bene comune!

L’efficacia di questo modello produttivo è testimoniata dall’incredibile prolificità dei programmatori, che da ogni parte del mondo, riversano le opere del proprio ingegno in Sourceforge, il più grande repository al mondo di software open source.

Tuttavia la bontà di un lavoro non si misura solo in termini di efficacia (raggiungimento dell’obiettivo), ma anche di efficienza (riuscirci in modo ecologico: facendo in modo che i costi/sforzi necessari non superino i ricavi/benefici).

I relatori della manifestazione di ieri, hanno giustamente spiegato come software libero e open source non significhi necessariamente gratis, ma che anzi chi ne è capace può trarvi anche il suo giusto profitto.

Peccato però che esibissero quali testimonial del “free software pensiero”, due simpatici e promettenti giovanotti che, dopo quasi due anni di lavoro speso per un progetto teso a realizzare un gioco isometrico (ancora non utilizzabile perchè lungi dall’essere completo), si ritrovavano a coordinare un team di 10 sviluppatori (cooperanti gratuitamente da tutto il mondo), e 5 dollari di donazioni ricevuti fino a quel momento, ovviamente insufficienti a far fronte alle necessità di un progetto così lungo.

Ecco dunque il rischio: additare il FLOSS come la panacea di tutti i mali, può creare pericolose illusioni come quelle che alcuni anni fa condussero alla bolla della new economy, quando bastava mettere una @ nel proprio marchio per vedere crescere le proprie quotazioni aziendali.

Insomma closed od open che sia un progetto, non può prescindere da principi di efficacia ed efficienza.

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